Esaurito il fondo, il Governo deve mantenere gli impegni presi. Rimborsate solo il 9% delle spese invece del 60% che era stato previsto e annunciato.
La CNA sollecita il Governo a rifinanziare il fondo che riconosce ad artigiani e imprese un credito d’imposta del 60% a fronte delle spese sostenute per sanificazione e acquisto di dispositivi di protezione previsti nell’ambito della guerra al Covid-19. L’associazione chiede un impegno immediato e certo, con un atto governativo che vada a colmare questa grave ingiustizia. La dotazione di 200 milioni per il 2020 infatti si è rilevata ampiamente insufficiente alla luce della richiesta dai beneficiari e ha così obbligato l’Agenzia delle Entrate a ripartire le risorse, riducendo ad un misero 9% la misura effettivamente utilizzabile del credito d’imposta. Le imprese, gli artigiani, i commercianti e tutte le categorie interessate in generale, stanno infatti profondendo un grandissimo sforzo per portare il loro contributo alla guerra contro il Covid 19 e per mettere in campo tutti gli strumenti necessari a tutelare la salute di loro stessi, dei dipendenti e dei clienti.
A titolo di esempio, a fronte di una spesa per sanificazione e acquisto dispositivi pari a 30mila euro, si potranno recuperare soltanto 2.800 euro rispetto ai 18mila attesi. Il danno economico è evidente ed assume una doppia gravità, visto che nei bilanci era previsto un ritorno di buona parte delle risorse impiegate per questi necessari strumenti.
Una brutta sorpresa per le tante imprese che, nel rispetto dei protocolli di sicurezza approvati d’intesa con il Governo, hanno realizzato investimenti per oltre 1,27 miliardi per mettere in sicurezza lavoratori e ambienti di lavoro. I numeri sono certi, dunque, così come i danni economici che avranno coloro che hanno fatto tutto quanto necessario prevedendo che comunque sarebbero state rimborsate molte delle spese anticipate. Il tutto si inserisce nella gravissima crisi economica causata dall’emergenza sanitaria, della quale tutti oramai conoscono i danni provocati al tessuto produttivo italiano e del territorio senese.
Lo sforzo economico messo in campo dalle imprese merita altrettanto impegno da parte del Governo nel corrispondere il contributo promesso, nulla di più ma neppure un euro in meno.
Il momento è delicato e le imprese non si possono permettere ulteriori ammanchi nei bilanci, né tantomeno possono essere abbassate le difese o ridimensionati gli strumenti utili e necessari per combattere il Covid 19. Le imprese faranno sempre tutto quanto necessario in questo senso e proprio per questo chiedono al Governo una analoga attenzione e sensibilità nei loro confronti. Quello che rischia di causare la situazione attuale è inaccettabile sotto tutti i punti di vista, sia finanziario che etico.