“Nel settore turistico le piccole e medie imprese sono interlocutori autorevoli che oggi riescono a vendere all’estero il 66% del nostro Paese. A esse bisogna guardare nella riprogrammazione delle risorse regionali destinate a questo settore che sta rialzando la testa, anche grazie al ritorno dei turisti stranieri che fanno scelte green optando non solo per le grandi città d’arte ma anche per i piccoli borghi”. Ad affermarlo è Elisabetta Norfini, presidente di CNA Turismo e Commercio Toscana, che traccia un panorama moderatamente ottimista per il comparto, anche alla luce dell’ultimo incontro avuto dalla Confederazione nazionale con il ministro Massimo Garavaglia in cui sono stati analizzati i dati e il trend del settore.
“Le strutture ricettive inviano segnali positivi di ripresa delle prenotazioni, sia da parte dei turisti italiani che stranieri”, sottolinea Norfini. “Solo nel primo week end all’insegna del caldo estivo, CNA ha stimato diversi milioni di presenze tra spiagge, località artistiche e città storiche. Stando ai dati forniti dal Centro studi turistici di Firenze, rispetto a un 2020 che ha visto mancare circa 8 milioni di turisti nella nostra regione a causa della pandemia, per il 2021 si prospetta una situazione in miglioramento che potrebbe portare nella regione una nuova ripresa turistica stimabile su 4,7 milioni di presenze in più. Confidiamo che questo possa verificarsi – prosegue Norfini – ed è su questo che stiamo lavorando intensamente. Le stime del Cst Firenze, infatti, parlano di una possibile crescita di arrivi pari al 28% circa (per 1,6 milioni di visitatori in più). Anche se gli italiani resteranno la componente di mercato prevalente, con una crescita stimata al +13%, vediamo già ora segnali di ripartenza dei turisti stranieri che lasciano ben sperare”.
Detto questo, comunque, la prudenza è d’obbligo, perché “i dati presentano ancora il riflesso sia della crisi pandemica che di quella legata al conflitto ucraino. Questo deve spingere tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e non, a guardare al bene collettivo del territorio, ovvero alla creazione di vere opportunità di lavoro per gli operatori, con nuove idee integrate. Bisogna dare vita a un ecosistema turistico più innovativo, resiliente, sostenibile, appetibile per la clientela italiana ed estera” conclude Norfini.